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Il tempio perso nella giungla
Una dottoressa della Pennsylvania che, con alcuni altri medici, gestisce una maternità ed un consultorio anticoncezionale, durante un breve incontro all'aeroporto, mi dice che comunemente le famiglie del luogo hanno da nove a quindici figli e che non è semplice parlare loro di anticoncezionali, del resto anche il potere non gradisce appieno l'iniziativa, infatti vede di buon occhio, almeno in via provvisoria, un incremento della popolazione ridottasi per degli stermini politici già detti.Ecco Angkor Wat, la meta del viaggio. Un fossato largo 180 metri delimita un'isola artificiale dai lati di oltre 500 metri, l'unico monumentale ponte in pietra, come un cordone ombelicale, attraverso il fossato porta all'ingresso dalle cinque porte sovrastate da pinnacoli conici che anticipa la vista che si ha non appena lo si passa. Una strada in pietra sale alla struttura principale, il tempio-montagna dalle mirabili proporzioni, stagliato nel cielo, che evoca visioni ultraterrene, le sue cinque torri, in origine dorate, giungono in quella centrale, la più alta, ad oltre 60 metri di altezza. Più delle dimensioni colpiscono la fede e l'incredibile pazienza che hanno permesso di scolpire ogni singola pietra con un ornato simile al pizzo. Il loggiato che circonda il tempio è un'unico bassorilievo con scene mitiche e storiche, alto 180 cm. e lungo oltre 1500 metri, è considerato per la sua bellezza uno dei massimi capolavori di tutti i tempi. Purtroppo quest'antica ed eccelsa opera dell'ingegno umano, apice della civiltà Khmer, non è stata risparmiata dalle recenti guerre e porta i segni, per fortuna non gravi, della moderna artiglieria.
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